Non si può più parlare di lavoro minorile ma solo di uno sfruttamento inaccettabile (uno degli intervistati durante l’indagine condotta dagli agostiniani a Kinshasa il 12 luglio 2015).
Grazie all’impegno degli Agostiniani di Belgio e di Germania, la presenza dei frati in Repubblica Democratica del Congo è iniziata nel 1952 a Doruma, nel nord del Paese. I frati, date le condizioni della popolazione locale, hanno concentrato la loro presenza proprio in questa zona e hanno sviluppato progetti sociali a Dungu, Poko e Amadi, soprattutto a sostenendo delle popolazioni indigene locali. Nel 1991 hanno deciso di aprire una comunità anche a Kinshasa, capitale dello stato, con quasi 11 milioni di abitanti. Nonostante le ingenti ricchezze del sottosuolo, il Paese è al terzultimo posto per povertà e il 62% della popolazione vive al di sotto del livello di povertà, con un’aspettativa di vita di soli 56 anni. Il lavoro minorile è un fenomeno molto comune e che coinvolge più di otto milioni di bambini, pari al 42% del totale. I frati agostiniani, in collaborazione con la Fondazione Agostiniani nel Mondo e la Curia, hanno deciso di concentrare il loro operato proprio nel settore educativo e in quello dello sviluppo comunitario, con un programma speciale che contrasti lo sfruttamento minorile.