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Indonesia-Papua Occidentale

Gli agostiniani arrivano in Indonesia nel 1542, grazie ad una spedizione spagnola, mentre “sbarcano” sull’isola di West Papua nel 1953 grazie ad un frate olandese. Il Vicariato di Papua nasce nel settembre 2013 e i frati agostiniani oggi sono presenti a Senpi, Ayawasi, Sisweni, Aimas, Monokwari e Sorong.

La Papua Nuova Guinea, seconda isola più estesa al mondo dopo la Groenlandia, si trova al limite orientale dell’arcipelago indonesiano ed è parte della Melanesia, il gruppo di isole a nord-ovest dell’Australia che si estende fino alle Fiji.

I papuani, di origine etnica mista, aborigena e indonesiana, non hanno alcun legame culturale con il sud-est asiatico. Sono la minoranza cattolica dell’Indonesia (il paese islamico più popoloso al mondo), e restano allo stesso tempo molto legati alle loro tradizioni tribali. La disputa sull’amministrazione della Papua è iniziata nel 1949 dopo la cessione delle colonie orientali olandesi all’Indonesia. La Papua occidentale è stata l’unica a rimanere sotto l’Olanda, che aveva rifiutato categoricamente la possibilità di consegnarla a Jakarta, data l’assenza di legami politico-culturali tra l’isola e il resto dell’arcipelago indonesiano.

Nel 1962, però, con la mediazione delle Nazioni Unite si arriva alla firma del New York Agreement che prevedeva il controllo della Papua occidentale da parte dell’Indonesia che iniziò dal 1963. Da allora avvengono periodicamente scontri durissimi fra esercito e movimenti indipendentisti papuani ma la “causa papuana” non è vicina alla risoluzione a causa dei troppi interessi economici legati al gas, al legname, e all’olio di palma e, soprattutto alle più grandi miniere di oro e di rame al mondo, gestite dalla compagnia americana Freeport con l’appoggio del Governo Indonesiano.

Tutta questa ricchezza, però, non ha portato alcun beneficio alla popolazione papuana che vive in condizioni di povertà, emarginazione e discriminazione. Amnesty International e Human Rights Watch hanno accusato il governo indonesiano di ripetute violazioni dei diritti umani e i papuani lo definiscono vero e proprio genocidio. In cinquant’anni le forze speciali indonesiane, hanno trucidato almeno 100.000 papuani, mentre la polizia terrorizzava la popolazione locale con abusi e violenze.

L’opera degli agostiniani, quindi, si è concentrata su istruzione, sanità, sostengo alle comunità rurali e, soprattutto, su programmi di tutela dei diritti umani.