Una scuola a Kinshasa che fa differenze: prima i poveri

L’obiettivo del progetto è di contrastare le disparità socio-economiche nell’area di Limete grazie ad un programma di sviluppo nel settore educativo, con particolare attenzione al problema del lavoro minorile.

Settore Infrastrutturale ed educativo
Località Rep. Democratica del Congo: Kinshasa, quartiere di Limeté
Importo 1.716.106 euro
Data Inizio Luglio 2016
Data Fine Settembre 2020
Finanziatori Conferenza Episcopale Italiana, Misean-cara (Irlanda), Fundación RED e Manos Unidas (Spagna), Lesy augustinianskeho (Rep. Ceca), The Saint Augustine Foundation (USA), Federazione Agostiniana di Belgio e Germania
Stato progetto Concluso

Il progetto, analizzato e approvato dai frati agostiniani, si sviluppa a Limeté, zona periferica di Kinshasa. Lì vivono circa 400.000 persone, molte delle quali in condizioni di povertà e sottosviluppo preoccupanti. A Limeté, come in tutto il paese, è molto sviluppato il fenomeno del lavoro minorile, anche a causa di una grande presenza di industrie (circa 875 – http://www.limete.net/annuaire/entreprise).

La Fondazione Agostiniani nel Mondo, insieme ai frati agostiniani congolesi, ha studiato un programma dei lavori da realizzare a Kinshasa, nella Repubblica Democratica del Congo. Esso ha preso avvio con la costruzione di un istituto comprensivo (materna, primaria, secondaria e tecnica), per poter proporre un programma educativo di qualità e strettamente collegato con le richieste del settore industriale. Inoltre, peculiarità della scuola è avere un programma specifico per contrastare il fenomeno del lavoro minorile. Sono stati coinvolti anche altri istituti educativi del quartiere, insieme a imprese e istituzioni pubbliche.

La scuola di Kinshasa ha aperto le sue aule a 330 bambini in condizioni di difficoltà economica lo scorso ottobre 2017. Proseguiti i lavori a pieno ritmo, la struttura scolastica ha accolto 720 studenti nel 2018, da settembre 2019 ospita 950 alunni e a settembre 2020 la scuola ospita circa 1900 alunni, il 65% dei quali provenienti da situazioni di disagio e il 15% sono bambini e bambine costretti al lavoro. Per convincere le famiglie a lasciare i bambini a scuola, il progetto prevede un programma di stabilizzazione economica dei genitori. Da gennaio 2019 abbiamo iniziato a sostenere 17 donne per aprire delle bancarelle al mercato popolare, si è ingrandito il “charity restaurant” della scuola, gestito da due mamme e si proseguirà con il lavoro della falegnameria e della sartoria.