Centro JUVENAT: un contributo concreto per il reinserimento di bambini-soldato e ragazzi vulnerabili

L’obiettivo del progetto è di costruire un centro residenziale per aiutare il reinserimento sociale ed economico di bambini vulnerabili a Dungu con particolare riferimento ai bambini-soldato.

Settore Sociale
Località Rep. Democratica del Congo: Dungu
Importo 1.060.000 euro
Data Inizio 2020
Data Fine In corso
Finanziatori Conferenza Episcopale Italiana, Misereor (Germania), The Saint Augustine Foundation (California), OTB Foundation, Federazione degli Agostiniani in Congo
Stato progetto Aperto

Il progetto si sviluppa a Dungu, città di 147 mila abitanti situata nella regione dell’Haut Uele nel nord est del paese. Negli ultimi anni, gli abitanti di Dungu spesso stati vittima dei raid dell’Esercito di Resistenza del Signore ugandese di Joseph Kony, che compie nella regione massacri di civili innocenti, stupri e rapimenti di bambini soldato. Si stima che siano stati reclutati 30.000 bambini-soldato in questa zona del paese, e che molti siano nelle mani di vari gruppi paramilitari. La maggior parte di loro hanno dagli 8 ai 15 anni e il 40% sono ragazze. L’LRA ha avuto nelle proprie file il combattente armato più giovane al mondo: un bambino di 5 anni.

La Fondazione Agostiniani nel Mondo, insieme ai frati agostiniani congolesi, dopo una prima fase di studio, ha iniziato il progetto nel febbraio 2020 con la “posa della prima pietra”. Il nuovo centro residenziale Juvenat assiste molti bambini assicurando la sua ospitalità a circa 100 ragazzi e supportando col suo programma diurno almeno 1000 giovani all’anno.

Oltre all’ospitalità il centro promuove corsi di formazione in sartoria, falegnameria, catering, informatica e un’azienda agricola anche con allevamento di bovini, suini e pesci. Nell’azienda abbiamo iniziato dal 2023 l’allevamento di api con la produzione di miele e la fabbricazione di mattonelle di carbone ricavate da scarti vegetali. Dal 2024 sono previsti corsi in teatro e da video-maker e l’installazione di un cinema.

Inoltre, garantisce un servizio di reinserimento scolastico e lavorativo e dei periodi di ospitalità in famiglie che volontariamente si sono rese disponibili ad accogliere questi giovani sfortunati.

Ho incontrato Lauren oggi diciassettenne, che per dieci anni è stato prigioniero del LRA. Mi dice che vorrebbe diventare dottore perché, dopo aver provocato tanto dolore, oggi vorrebbe aiutare le persone che stanno male. L’ho abbracciato e gli ho promesso che avrei fatto di tutto per permettergli di raggiungere il suo sogno.

(Maurizio Misitano, novembre 2019)