Marcos Denis Laguna Costan

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Mi chiamo Marcos Denis Laguna Costan ed il nome così lungo viene dall’usanza di mettere sia il nome del padre sia quello della madre. Sono boliviano e vengo da Cochabamba, la terza città del paese.

La Bolivia, come la mia città, è un paese bellissimo e che si inerpica sulle Ande. Ad esempio Cochabamba si trova a 2650 metri sul livello del mare e forse per questo che ci sentiamo più vicini a Dio rispetto ad altri. La gente è tranquilla e molto amichevole ma sa anche combattere per i propri diritti, come successo quando hanno cercato di privatizzare l’acqua e tutti noi abbiamo protestato. Alla fine le multinazionali hanno dovuto indietreggiare (a proposito, ma non c’era anche una multinazionale italiana?) e il governo accettare le nostre posizioni: l’acqua è un bene troppo importante e vitale e quindi deve rimanere pubblica.

Sono nato il 26 ottobre del 1987 e i miei genitori hanno sempre lavorato per non farci mancare nulla, anche se, oltre a me, ci sono i miei tre fratelli e le mie tre sorelle. Non posso dire che eravamo ricchi, anzi, però si stava bene e oggi, anche se siamo tutti indipendenti, rimaniamo una famiglia molto unita.

Le regole che ho imparato in famiglia sono state molto importanti ed il fatto di averle ritrovate anche in convento mi ha aiutato a capire la mia vocazione. Mio padre mi ha insegnato il rispetto, l’onestà e la serietà nel lavoro, mentre mia madre, che aiutavamo tutti nelle faccende di casa, mi ha fatto capire l’importanza della famiglia, del confronto e della sincerità.
Il mio rapporto con la chiesa è stato altalenante e mai avrei pensato di diventare un prete, anzi. Pensate che una volta, durante una messa serale dove facevo il chierichetto, mi sono addormentato e quasi cadevo atterra. Che vergogna, tutti che ridevano e mi prendevano in giro.

Poi nel 2004, quasi per caso, ho partecipato ad un incontro vocazionale per giovani e per venti giorni sono stato insieme ad altri 25 ragazzi. È stata un’esperienza molto bella, durante la quale ho capito quanto fossero importanti i valori che mi avevano trasmesso i miei genitori, valori che ritrovavo nelle parole di Sant’Agostino.
Alla fine del percorso siamo rimasti in 11 e poi via via sempre meno fino a rimanere solo: era il 2010.
Certo non è facile ma nulla accade per caso. Nel 2011, infatti, ho lavorato in un progetto sociale chiamato “Hombres Nuevos” di Monsignor Nicolas Castillanos a favore dei più poveri. Pensate che Monsignor Nicolas ha rinunciato alla Diocesi a lui affidata per dedicarsi alla gente e ai più poveri del mondo: per me è stato un maestro importante.

Sono stato ordinato sacerdote nel 2011 e dal 2012 sono a Roma per studiare.
Da noi manca tutto e abbiamo bisogno di persone volenterose e preparate altrimenti si rischia di sprecare energie e soldi, e questo non possiamo assolutamente farlo. Devo sicuramente imparare ancora tante cose dalla gente ma, al mio rientro, spero di riuscire a contribuire alla crescita della mia parrocchia e, con lei, iniziare tante opere sociale per i poveri del mio paese che purtroppo sono ancora tanti (45% della popolazione).

Lo so, anche in Italia ci sono situazioni difficili, ma in Bolivia quando sei povero, non hai nulla: niente vestiti, ne casa, ne cibo.
Quanti bambini si vedono lavorare nei campi e nelle fabbriche (il 26%) e questo per me, che da piccolo fortunatamente avevo genitori che mi accudivano, è davvero una sofferenza. Vorrei che questi bambini potessero andare tutti a scuola, avere vestiti adeguati, cibo tutti i giorni e, perché no, anche qualche gioco.

Questa sarà la mia missione, lavorare per i più poveri.